giovedì 31 ottobre 2013

Salone dell’editoria sociale





 La quinta edizione  del Salone dell'editoria sociale , nella sede di Porta Futuro al Testaccio ,   ha per titolo "la grande mutazione". Quella prodotta non solo dai sei anni di crisi economica che ha colpito il mondo dalla fine del 2007, ma da un trentennio di politiche neoliberiste che hanno cambiato la politica, la società, i modelli produttivi, i consumi, i comportamenti e persino l’antropologia di una parte consistente del nostro pianeta.
L'iniziativa, promossa dalle Edizioni dell'Asino, dalla rivista "Lo Straniero", dalle associazioni Gli Asini e Lunaria, dall'agenzia giornalistica Redattore sociale e dalla Comunità di Capodarco, propone più di 40 incontri, tra tavole rotonde, dibattiti, presentazioni di libri, video e concerti, con altrettanti editori, 130 ospiti italiani e stranieri e 22 stand con organizzazioni del volontariato e del terzo settore. 
L' iniziativa vuole offrire "un luogo, fisico e simbolico, per mettere in comunicazione chi opera nel sociale e chi nell’editoria, per interrogarsi sugli strumenti più utili per comprendere il mondo in cui viviamo e provare a trasformarlo".





"con questa edizione vogliamo ricordare che la crisi globale che stiamo attraversando non è contingente, né legata solamente al declino dei sistemi produttivi o di uno specifico modello economico. È anche una crisi sociale, ecologica, culturale, antropologica, etica e politica che per essere affrontata ha bisogno di qualcosa di più e di diverso di aggiustamenti o modeste riforme. Ha bisogno di una rivoluzione del modo di pensare, di comportarsi: di rimettere al centro la dimensione etica, dell’esempio, del “ben fare” e di un paradigma differente del rapporto tra economia e politica, ecologia e tecnica, società e individuo. Le decine di incontri, presentazioni di libri e tavole rotonde dell’edizione di quest’anno ci ricordano l’esigenza e l’urgenza di un cambiamento radicale dell’ordine esistente. (Giulio Marcon e Goffredo Fofi)






Si parlerà dell'Europa e del suo futuro nell'incontro "Che fare con l'Europa? " con l'intellettuale polacco Adam Michnik ed il sociologo tedesco Claus Offe mentre l'inglese Colin Crouch ragionerà su "La società dei diseguali. Welfare, politica ed economia nella grande crisi". Alle politiche dell'occupazione e alla tutela sociale è dedicato l'incontro "Reddito e lavoro" con Massimiliano Smeriglio, Giorgio Airaudo e Guy Standing. Tre tavole rotonde riguardano i "maestri necessari", la prima su Dossetti, la seconda su Karl Polanyi e la terza sul lavoro storiografico di Silvio Lanaro. Molti gli incontri su diritti, negati e da promuovere, ai quali parteciperanno, fra gli altri, il ministro per l'integrazione Cécile Kyenge, Luigi Manconi, Stefano Rodotà, Ilaria Cucchi e Giovanni Bianconi. 
Il regista Andrea Segre presenterà il film documentario "Indebito - un viaggio musicale di Vinicio Capossela nella crisi greca". Tre gli appuntamenti con la grande letteratura: l'omaggio al cileno Roberto Bolano con Goffredo Fofi, Nicola Lagioia, Jaime Riera Rehren e le letture dell'attore Fabrizio Gifuni; l'intervento di Andrej Volos, autore del romanzo epico "Churramabad" e il dialogo su "Letteratura e denaro" tra il critico Alfonso Berardinelli e Walter Siti, Premio Strega 2013.


 Salone dell'editoria sociale , quinta edizione  
Porta Futuro , Testaccio Roma 
fino a domenica 3 novembre 2013
info http://www.editoriasociale.info
















mercoledì 30 ottobre 2013

Permanenze - Appunti di viaggio e di paesaggio in Turchia



"Permanenze. Appunti di viaggio e di paesaggio in Turchia" una collettiva di pittura e scultura  a cura di Angelo Andriuolo e Francesco Giulio Farachi, in collaborazione con Ars Imago Dei, Lentarte, Radio Colonna. Scorci e paesaggi diversi di un Paese che raccoglie nel suo territorio e nella sua cultura memorie e vestigia millenarie, sopravvivenze e autenticità che si conservano nel presente intatte, incontri e scambi e traffici al crocevia fra mondi adiacenti, la rivelazione di una Natura varia e sorprendente, anche la modernità più dinamica e vivace di una civiltà composita.




"Cosa può rappresentare oggi un viaggio in Turchia? La scoperta e la meraviglia, certo. Scorci e paesaggi diversi di un Paese che raccoglie nel suo territorio e nella sua cultura memorie e vestigia millenarie, sopravvivenze e autenticità che si conservano nel presente intatte, incontri e scambi e traffici al crocevia fra mondi adiacenti, la rivelazione di una Natura varia e sorprendente, anche la modernità più dinamica e vivace di una civiltà composita. Ma la Turchia, frontiera e consistenza, ha fascino ulteriore e straordinario, è una terra di immaginaria realtà, è vicina, simile e altra, è una terra in cui, chi arriva e sosta, conquista una dimensione unitamente di oggettività e magia che poi rimane dentro, che si trasforma in visione densa, sicura, persistente. Il ricordo diventa cristallo allora nel fascino sottile di un’atmosfera respirata, il dato di fatto si erge come una roccia che sgrana polveri e colori di realtà sul fantasticare di un’immagine." Dal catalogo, un passaggio di suggestione lirica




Nove artisti italiani del panorama artistico italiano contemporaneo (Sabrina Carletti, Lucia Ciaccia, Ugo Cossu, Valerio De Filippis, Massimo Franchi, Pasquale Nero Galante, Giancarlo Montuschi, Claudio Orlandi e Antonio Taschini) espongono opere che sono l’immagine a loro rimasta e comunicata del Paese. Permanenze del soggiorno che ciascuno di essi ha fisicamente, mentalmente e sentimentalmente svolto, e pure nel senso di tutto quello che di meraviglioso  è stato recepito, come atmosfere, circostanze, percezioni e incanti, luoghi e sensazioni, luci, colori, materie e forme, illusioni, di un mondo scoperto e ritrovato.




"Cosa può rappresentare oggi un viaggio in Turchia? La scoperta e la meraviglia, certo. Scorci e paesaggi diversi di un Paese che raccoglie nel suo territorio e nella sua cultura memorie e vestigia millenarie, sopravvivenze e autenticità che si conservano nel presente intatte, incontri e scambi e traffici al crocevia fra mondi adiacenti, la rivelazione di una Natura varia e sorprendente, anche la modernità più dinamica e vivace di una civiltà composita. Ma la Turchia, frontiera e consistenza, ha fascino ulteriore e straordinario, è una terra di immaginaria realtà, è vicina, simile e altra, è una terra in cui, chi arriva e sosta, conquista una dimensione unitamente di oggettività e magia che poi rimane dentro, che si trasforma in visione densa, sicura, persistente." Francesco Giulio Farachi





Permanenze -  Appunti di viaggio e di paesaggio in Turchia
Mostra collettiva di Sabrina Carletti, Lucia Ciaccia, Ugo Cossu, Valerio De Filippis, Massimo Franchi, Pasquale Nero Galante, Giancarlo Montuschi, Claudio Orlandi e Antonio Taschini, a cura di Angelo Andriuolo e di Francesco Giulio Farachi.
 fino al 22 novembre 2013
Ambasciata di Turchia , Piazza della Repubblica , Roma

martedì 29 ottobre 2013

Gian Maria Tosatti -La Peste- Sette stagioni dello spirito


"È una riflessione sul ruolo dell'artista nella società. Io credo che la bellezza, nel territorio vissuto da un popolo, non sia una decorazione bensì la forza di una profonda trasformazione". Gian Maria Tosatti





"Con l'arte vogliamo mostrare le potenzialità di certe aree  prima ancora che di singoli spazi. Per farlo, ho elaborato questo progetto" , un percorso creativo intitolato "Sette stagioni dello spirito" che coinvolgerà fino ad aprile 2015 differenti spazi abbandonati o dimenticati  della città di Napoli , con l'intento  di ridarvi dignità e luce."Le mie sette stagioni alludono allo scritto "Il castello interiore" di Santa Teresa d'Avila  in cui si narrava dell'anima dell'uomo suddivisa in sette stanze: dalle bassezze alla purezza."





Primo intervento del progetto  "1_La peste", ospitata nella chiesa dei santi Cosma e Damiano in piazzetta Banchi Nuovi, chiusa dalla Seconda Guerra Mondiale, e riaperta per ospitare l’installazione di Tosatti."Entrando in questa chiesa ho ripensato ai romanzi "La pelle" di Curzio Malaparte e "La peste" di Albert Camus, e ai contenuti che narravano di epidemie, nazismo, morbo delle coscienze. Successivamente ho scelto di intervenire disponendo fra le navate e la sagrestia candele, piatti sporchi di cibo, un vecchio telefono a gettoni con la linea isolata, siringhe di vetro, un cucchiaino e un organo rovinato, che abbiamo trovato rovistando nel coro della chiesa. Questa è una piazza estremamente conflittuale dove si alternano flussi feroci di persone, traffico, stranieri."
Fino al primo novembre si potranno osservare gratuitamente i misteri della Terrasanta, i nidi dei piccioni al piano superiore e gli altari ingessati della chiesa dei santissimi Cosma e Damiano prima che il monumento venga chiuso un lungo restauro.
"L'intervento successivo avverrà invece al porto abbiamo già individuato uno spazio fra il molo Beverello, l'Immacolatella e il Duomo e sono sicuro che anche in quel caso Napoli tornerà ad abbracciare una parte di sé assente e maltrattata da troppi anni."






Gian Maria Tosatti (Roma, 16.04.1980)  artista visivo, giornalista e direttore del settimanale di cultura «La Differenza»  ha fatto parte del team di direzione del centro culturale indipendente Angelo Mai di Roma. Dopo gli studi ed una attività di ricerca nel campo performativo, presso il Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera si trasferisce a Roma per intraprendere un percorso artistico realizzando principalmente grandi installazioni fotografiche e due progetti: "Devozioni" e "Landscapes". Attualmente la ricerca dell’artista è legata a due nuovi progetti, "Fondamenta", basato sull’identificazione degli archetipi dell’era contemporanea, e le "Le considerazioni sugli intenti della mia prima comunione restano lettera morta", ciclo dedicato agli enigmi che risiedono nella memoria personale e alle tracce che gli uomini lasciano alle loro spalle.
Nel 2011 cura l’ideazione e la direzione del progetto RELOAD, prototipo d’intervento culturale urbano sull’uso temporaneo di spazi improduttivi (www.reloadroma.it).






"Quando ho iniziato a occuparmi di arti visive ho scelto una strada ibrida che unisce l’arte all’architettura. Già da questo appare chiaro come per me sia estremamente importante trovare un “piano” condiviso fra il mio lavoro e la società. Fuori da ogni metafora lo “spazio” è “fisicamente” quel “piano” nelle mie opere. Per questo la maggior parte delle installazioni che progetto sono realizzate all’interno di luoghi e costruzioni che hanno una loro storia, una loro identità chiara e quotidiana piuttosto semplice da riconoscere, luoghi la cui esistenza è da considerarsi normale all’interno delle città, luoghi in cui non è strano incontrarsi."Gian Maria Tosatti








Gian Maria Tosatti – La Peste
a cura di Eugenio Viola
Chiesa dei Santi Cosma e Damiano
Largo dei Banchi Nuovi , Napoli
 fino al 30 novembre 2013
www.fondazionemorra.org
www.tosatti.org


lunedì 28 ottobre 2013

Progetto Cortili ecologici





L'abitare come azione, come ricerca di una nuova socialità, per sensibilizzare i cittadini a tutte quelle piccole buone azioni quotidiane che migliorano l’ambiente e salvano anche il portafoglio con esperienze di vita comunitaria quali le cohousing, dove i cittadini non sono passivi occupanti di luoghi, ma  soggetti attivi che scelgono le forme e i contenuti dello spazio che abitano. La Rete Italiana Cohousing ha una propria organizzazione interna  funzionale al raggiungimento degli scopi condivisi è costituita da associazioni e gruppi  spontanei e senza scopo di lucro.Ne è un esempio  la  Comunità di Capodarco   un’associazione di solidarietà  formata da varie Comunità locali che si propone di dare risposte ai problemi dei poveri e degli emarginati di tutti i continenti, con un’attenzione prevalente rivolta ai disabili. La comunità nel corso degli anni è diventata un punto di riferimento nazionale per tutti quelli che si battono per una liberazione integrale dell'individuo. (www.comunitadicapodarco.it)
Nasce  con questo  intento  il progetto  "Cortili ecologici.it" sostenuto dalla Comunità Europea e promosso da vari soggetti quali il Comune di Padova, in qualità di coordinatore, insieme a  Finabita, Legacoop, Ancc-Coop, Regione Toscana e Regione Emilia Romagna.






Il progetto  parte proprio dall’idea che gli edifici che ospitano i cittadini siano il luogo ideale dove avviare iniziative di gestione sostenibile delle risorse, riducendo consumi e spese a vantaggio di tutta la comunità. L’iniziativa  fornisce consigli su possibili azioni di risparmio da intraprendere, tra le quali ogni famiglia potrà scegliere. I consigli su come risparmiare la natura, migliorare il proprio condominio e aggregarsi in comunità si trovano sul sito www.cortiliecologici.it.
Si punta a raggiungere tremila adesioni, ma se ne contano già 580 e oltre duemila accessi al sito in una settimana. Il portale diventa un vero e proprio punto di incontro e di scambio, con notizie fornite direttamente dai partner tecnici, informazioni curiose fornite anche dagli altri utenti, forum degli utenti e tutorial su come risparmiare, fino ad avere una pagina personalizzata con il proprio piano di azione.
Si rivolge a comunità fisiche o virtuali, accomunate dallo stesso interesse per l’ecologia. Hanno aderito gli studenti del coordinamento universitario Link presenti in 16 atenei, il circuito web Banzai e Massimo Cirri, storico conduttore di Caterpillar, la trasmissione che del rispetto del pianeta ha fatto il proprio stile. Fra i sostenitori anche Andrea Segrè, il “padre” del non spreco in Italia, Diego Parassole e Claudio Batta, conosciuti al grande pubblico con Zelig, che con il loro teatro comico civile diffondono la cultura della sostenibilità in modo leggero. Il progetto si concluderà alla fine del 2014, con la premiazione dei più virtuosi in ogni categoria, gli “Eco Courts Award”.





Nostro il  compito  di  trasformare  la realtà per   creare dei nuovi modi di interazione tra il lavoro, la vita, l’ambiente e noi stessi, in un clima di onestá e amore.





domenica 27 ottobre 2013

POESIA



 Cristina Bazolli "Alfonsina y el mar"



IO SUL FONDO DEL MARE


In fondo al mare

c’è una casa

di cristallo.

A una strada
 
di madreperle

conduce.

Un grande pesce d’oro,

alle cinque.

mi viene a salutare.

Mi porta

un ramo rosso

di fiori di corallo.

Dormo in un letto

un poco più azzurro

del mare.

Un polipo

mi fa l’occhietto

attraverso il cristallo.

Nel bosco verde
 
che mi circonda

- din don... din dan... -

dondolano e cantano

le sirene

di madreperla verdemare.

E sulla mia testa

ardono, al crepuscolo,

le ispide punte del mare.


Alfonsina Storni
Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini.


Alfonsina Storni.poetessa nata a  Sala Capriasca il 22 maggio 1892 e morta tra i flutti del Mar del Plata (Argentina) la mattina del 25 ottobre 1938, dopo aver spedito al quotidiano La Nación, la sua ultima poesia “Voy a dormir”. Alfonsina nella Buenos Aires machista dei primi decenni del ‘900 è poeta di lotta, di sentimenti che non soccombono alla morale dell’epoca e di un eros che si radica nel suo corpo di donna. Solo un cancro al seno metterà fine alla sua tenacia. Ma non sarà la malattia a sconfiggerla, con il suicidio interpreterà un ultimo atto che la vede ancora una volta protagonista delle sue decisioni.


sabato 26 ottobre 2013

Borondo




Borondo (Segovia 1989, vive e lavora a Madrid) artista spagnolo conosciuto in Italia per la sua presenza al festival di street art OUTDOOR 2012 e con la personale ISTEROFIMìA alla galleria romana 999Contemporary, arriva a Roma nel 2011 a soli 22 anni grazie ad una borsa di studio vinta presso l’Accademia di Belle Arti della capitale, dove si è subito imposto sulla scena street-art divenendo una delle giovani promesse dell’arte contemporanea.


  Borondo realizza le sue opere  principalmente nello spazio urbano le  quali  interagiscono con strutture architettoniche e superfici di ogni genere. Il suo  stile è basato su un uso misurato del colore,  rappresenta principalmente  figure umane antropomorfe che esprimono, attraverso conturbanti pose, il loro carico emozionale , corpi umani  dipinti attraverso l’impiego di tinte monocrome che si amalgamano alla perfezione con gli edifici su cui sono realizzate.  Egli ha realizzato murales in numerose nazioni europee: dalla penisola iberica alla Polonia, dall’Italia (Roma) alla Grecia (Atene). Nel 2012, in primavera, viene chiamato a Madrid per un mostra insieme all’artista cinese An Wei, a luglio é il festival di street art internazione di Roma Outdoor. In agosto è in Polonia, patria dei grandi murales per una campagna di arte pubblica legale ed illegale dove si distingue per qualità e profondità delle sue rappresentazioni. In seguito sono Lorenzo Marsili e Valeria Cicala, organizzatori di Lungo il Tevere Roma, la più grande manifestazione estiva romana a volere una sua grande installazione di acciaio e vetro in mostra permanente sul lungotevere e a conferirgli il premio LTR ART AWARD come miglior artista emergente.


"Il suo lavoro si basa su ‘un’estetica classica espressa attraverso un linguaggio ultra-contemporaneo ma allo stesso tempo antico, anzi primordiale "Simone Pallotta  storico dell’arte
http://borondo.blogspot.it/

venerdì 25 ottobre 2013

FOTO



Hastings Park, 16 July 1955 2008


STAN DOUGLAS, PHOTOGRAPHS 2008-2013
Carré d’Art - Nîmes Contemporary Art Museum 
fino al 26 gennaio 2014



giovedì 24 ottobre 2013

VIDEO

.


Quali sono i diritti dei bambini nati e cresciuti nell'Era Digitale ?
 Il decalogo del Centro Studi Erickson lancia un approccio innovativo, proposto dall'autrice del video, dott.ssa Maria Maura  per  sensibilizzare cercano di mettere in guardia bambini e famiglie rispetto ai pericoli delle tecnologie della comunicazione, in particolare di internet.


 

lunedì 21 ottobre 2013

Cinema al quadrato - Il cinema che si racconta - III edizione





Cinema al quadrato”è una rassegna di documentari che raccontano il cinema attraverso i suoi protagonisti, gli autori e i movimenti che ne hanno fatto la storia. L’iniziativa è curata dai Francesco Napolitano e Armando Andria con il patrocinio del Comune di Napoli. Questa terza edizione si articola in tre percorsi  lungo sedici appuntamenti a cominciare da Buster Keaton, al centro dell’indagine minuziosa e affascinante, come già lo era stata quella su Chaplin, intrapresa dal grande storico del cinema Kevin Brownlow . ricomponendo con  filmati inediti e apparizioni televisive anch’esse molto rare; raccogliendo le testimonianze della moglie Eleanor e di Samuel Beckett, oltreché di attori e attrici che ebbero la fortuna di lavorare con lui; cogliendolo sul set della lavorazione di alcuni dei suoi film più importanti.


Giovedì 24 ottobre 2013 "La lingua degli affetti" Alla ricerca di Buster Keaton (A Hard Act to Follow) di Kevin Brownlow, Gran Bretagna 1987, 80’






Cinema al quadrato "il cinema che si racconta"III edizione
a cura di Francesco Napolitano e Armando Andria

Mediateca Santa Sofia , Napoli 
dal 24 ottobre 2013 al 9 gennaio 2014
programma completo  : http://www.mediatecasantasofia.it













Greg Bogin - Companion Series



In occasione di questa esposizione Greg Bogin presenta per la prima volta nove recenti sculture fluorescenti  dalle forme antropomorfe , solidi monocromi in poliuretano rappresentano una sintesi di linguaggio che trova affinità in grandi artisti del passato, primo fra tutti Frank Stella con cui Bogin condivide l’idea di preservare la fisicità dell’opera al di là di ogni frivola interpretazione.
Bogin celebra la serialità e il processo industriale dell’opera allontanando l’oggetto artistico dall’emotività e da qualsiasi intenzione semantica che non appartiene alla forma pura. La materia prima del ‘fare arte’, le forme semplici ed essenziali, il colore che le compone, si fondono in un unicum storico che sembra essere sospeso fuori dal tempo.




Greg Bogin  (nato nel 1965 a New York, dove vive e lavora) è un’artista internazionale che ha tenuto mostre personali presso musei e gallerie prestigiose ed affermate, tra queste: Jablonka Galerie (Colonia), Gian Enzo Sperone (New York), Mary Boone (New York), Bruno Bischofberger (Zurich). Le sue opere oggi sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private come: Daimler Contemporary Art Collection (Berlino), Taguchi Art Collection (Japan), Vanhaerents Art Collection (Bruxelles) e molte altre. 




Greg Bogin. Companion Series
Galleria Paolo Curti, Milano
fino all' 8 Novembre 2013
www.paolocurti.com

domenica 20 ottobre 2013

POESIA


foto by Kani Polat 



Ulisse coperto di sale



Vedo le stanze imbiancate
tutte le finestre spalancate.
Neve non c’è, il sole c’è,
nebbia non c’è, il cielo c’è!
Tutto scomparso, tutto cambiato
mentre ritorno da un mio passato
tutto è uguale, irreale
sono Ulisse coperto di sale!

È vero
la vita è sempre un lungo, lungo ritorno.
Ascolta,
io non ho paura dei sentimenti.
E allora guarda,
io sono qui,
ho aperto adagio adagio con la chiave;
come un tempo
ho lasciato la valigia sulla porta
‒ ho lasciato la valigia sulla porta.
Ho guardato intorno prima di chiamare, chiamare
non ho paura,
ti dico che sono tornato per trovare, trovare
come una volta
dentro a questa casa
la mia forza
come Ulisse che torna dal mare
come Ulisse che torna dal mare.

Una mano di calce bianca
sulle pareti della mia stanza
cielo giallo di garbino,
occhio caldo di bambino!
Tiro il sole fin dentro la stanza
carro di fuoco che corre sul cuore
perché ogni giorno è sabbia e furore
e sempre uguali non sono le ore!

Voglio dirti:
non rovesciare gli anni come un cassetto vuoto.
Ascolta:
anche i giovani non hanno paura di un amore
e mai, mai, mai
strappano dal cuore i sentimenti;
io ti guardo,
la tua forza è un’ombra di luce
la tua forza è un’ombra di luce.

La mano  affondata
nel vento  del vento
aria calda,
urlano quelle nostre ore
strette in un pugno
urlano come gli uccelli,
i sassi si consumano,
non si consuma la vita
la giornata è uguale
a una mano che è ferita
io sono Ulisse al ritorno
Ulisse coperto di sale!
Ulisse al principio del giorno!

Lucio Dalla 

sabato 19 ottobre 2013

Il Mondo dei Robot - WOW Spazio Fumetto




WOW Spazio Fumetto Inaugura la mostra “Il Mondo dei Robot”
La mostra si apre con una panoramica dedicata alla nascita del mito moderno dei robot, nella letteratura e attraverso le matite dei maggiori illustratori della fantascienza come Kelly Freas e Chris Foss, con alcune tra le loro più belle immagini, Karel Thole e Carlo Jacono, con le migliori copertine create per serie di grande successo tra cui Urania. Saranno poi esposte le illustrazioni originali di Giuseppe Festino, Victor Togliani e Franco Brambilla (quest’ultimo autore anche del manifesto della mostra). Una installazione introduce le tre leggi della robotica ideate dallo scrittore Isaac Asimov, che intorno ad esse ha costruito molti dei suoi racconti e romanzi. E' anche esposta una rara copia della prima edizione del capolavoro 'I Robot', autografata da Asimov e proveniente dalla galleria d'arte Little Nemo di Torino.

copia originale prima edizione di i robot 
autografata da Asimov esposta in mostra


Ampio spazio è dedicato alla 'goldrakemania' degli anni Settanta, con l'esposizione di rari dischi d'epoca con le musiche che hanno fatto cantare generazioni di ragazzi. Robot, androidi e cyborg verranno raccontati anche attraverso albi rari, tavole originali, riproduzioni, disegni e schizzi d'animazione, gadget, giocattoli, memorabilia e filmati. In mostra saranno presenti alcuni rari giochi e giocattoli d'epoca, grazie alla collaborazione dell'Associazione italiana del giocattolo d'epoca e da collezione (Aigec). Un viaggio lungo un secolo tra tecnologia e fantasia attraverso l'esposizione di tavole originali, edizioni rare, giornali d'epoca, libri, gadget, manifesti cinematografici originali, illustrazioni e figurine.
Per tutta la durata della mostra si terranno una serie di eventi dedicati alla robotica, coinvolgendo esperti e addetti ai lavori con dimostrazioni per il pubblico.


l robot Wall-E realizzato da Pixar e Walt Disney


 “Il Mondo dei Robot”
WOW Spazio Fumetto , Museo permanente del Fumetto , Milano.
dal 26  ottobre  al 12 gennaio 2014

 fonte : www.museowow.it




venerdì 18 ottobre 2013

FOTO




foto di Zalmai, 
tratta dal suo progetto:
" I see a dream, Afganistan's Youth"



Zalmai, fotografo afgano , ha scelto di documentare la vita a Kabul con un telefonino: “ A Kabul è molto di moda fotografare qualsiasi cosa con un cellulare. Volevo annullare la mia identità professionale, rendermi invisibile, passare dall’ altra parte, confondermi con la gente. Nella mia testa questo reportage si è imposto già con un titolo: “ vedo un sogno” .
info : http://www.zalmai.com


giovedì 17 ottobre 2013

VIDEO

,,

"Un mondo più bello" realizzato da Eros Achiardi per la Lega del Filo d'Oro è stato premiato per il racconto emozionante accanto alle persone sordocieche alla Triennale di Milano nell'ambito del concorso per giovani registi promosso da Movi&Co in collaborazione con l'Università IULM.
info : http://www.legadelfilodoro.it/dona-on...

mercoledì 16 ottobre 2013

d : foto





Bill Hunt, Operatrici 1-19 di Bell Telephone alla Fiera Universale di New York, 1939 – Courtesy of Blind Pirate, NYC

martedì 15 ottobre 2013

RACCONTI DI VITA






"Alle spalle ho un matrimonio ed una convivenza finiti male; ho creduto in un solo amore "per sempre", ma ...Ed ora un amore nuovo, io cinquantenne, lei poco più che ventenne, nigeriana e prostituta.
Ci siamo conosciuti in una situazione molto particolare e questa ragazza, quasi analfabeta, clandestina, fiera ma schiava di una situazione per uscire dalla quale deve trovare il denaro per il proprio riscatto e qualcuno che le dia un rifugio sicuro, è entrata nel mio cuore, come se tutto il resto - compresi i miei due figli - l'avessi vissuto sì, mi appartenesse sì, ma riguardasse un'altra vita. Nel darmi la sua mano per camminare insieme, la stringe forte con una sorta di vergogna quando i passanti ci guardano e commentano la mia non più verde età ed il colore della sua pelle, o quando bevendo qualcosa in un locale pubblico, una lacrima appare nei suoi occhi che guardano in che modo vivono gli altri giovani come lei, bianchi però, liberi però, felici però. Così mi sento suo padre, suo fratello, il suo fidanzato, il suo amico, un suo compagno di scuola e molte altre cose, tutte le altre cose che lei non ha avuto e non ha conosciuto, perché la sua vita non è stata quella di una giovane donna, ma quella di una dea predestinata al sacrificio del proprio corpo per sopravvivere e far sopravvivere la propria famiglia.

Un anno fa è stata accoltellata, roba da poco in una situazione del genere, perché vivendo quella vita è stata esposta a tutto. La storia di molte sue connazionali è ben più drammatica, segnata da ogni genere di violenza e spesso anche dalla morte. Lei stessa l'ha di nuovo rischiata pochi giorni or sono quando due energumeni per rapinarla delle sue poche e piccole cose o per punirla del suo tentativo di cambiar vita, l'hanno massacrata di botte. Vorrei che chi ascolta questo mio appello provasse ad aiutare le tante sue connazionali che vivono una quotidianità nella quale il pane è incerto (i loro "guadagni" sono considerevoli, ma finiscono in mano a protettori e maman senza scrupoli) e il resto è attesa; e vorrei che, avvicinandosi a queste ragazze di colore che si vendono ai bordi delle strade, i clienti s'interrogassero sulle loro responsabilità in queste storie di fame e sfruttamento, di povertà e disperazione nascoste dietro ai gesti di tutte loro, perfino di quelle apparentemente più spudorate, perfino di quelle che non conoscono più il confine tra la bugia e la verità, ma conoscono solo la paura che impedisce loro di rivolgersi a quelle autorità ed a quei centri che potrebbero aiutarle.

Potrei sposarla, offrirle una vita "normale", ma mi chiedo se non finisco col farle del male proprio perché l'amo e le parlo di una vita diversa che forse non potrò darle davvero, poiché i problemi sono gravi e le differenze tra noi sono molte; meglio sarebbe che neppure ne intravedesse la possibilità, perché la speranza può diventare sofferenza, mentre la rassegnazione è una medicina che rende la vita sulla strada, ai margini di un paese opulento, comunque più sopportabile della lenta morte per inedia in un lontano villaggio.

Di certo aiutando questa ragazza aiuto me stesso, spezzo le mie catene: non si può conoscere la schiavitù altrui senza condividerla almeno un po' ed io mi sento, sono schiavo delle ingiustizie alle quali non so porre rimedio. Ma non sono forse un'ingiustizia anche la mia arroganza di ritenere che posso "aiutarla", perché - se non altro per una questione sociale - diversamente da lei io vivo in modo "regolare" (ma regolare per chi, per le convenzioni sociali, per i moralisti, per i benpensanti?) e la mia presunzione di "salvarla" che nasce da un malcelato senso di superiorità, quasi come se i piccoli segni che lei porta tatuati sul viso ed indicano la sua identità e la sua provenienza tribale, fossero una lettera scarlatta, il marchio di una condizione inferiore? E il mio desiderio di lei non ha, forse, le componenti di un razzismo rovesciato, visto che mi attraggano la sua bellezza, la sua giovane età e proprio il colore della sua pelle sulla quale vivo un'avventura ricca di mistero?

Lei mi dà amore con semplicità, senza chiedermi nulla, né di essere più giovane, né di essere più bello o più ricco, ma semplicemente di essere presente e di continuare ad essere l'uomo capace di parlarle solo perché è un essere umano, di "amarla" solo perché lei è lei. Senza porle troppe domande, in parte perché forse si vergogna delle risposte che dovrebbe darmi, in parte perché ancora ha paura che la verità sia dolorosa e pericolosa. E' questo l'amore per sempre che cercavo? Avrò il coraggio di vivere con lei, di avere dei figli e presentarli ai due figli ... "bianchi" ... che ho già e che adoro?

Ma che amore cerca, invece, questa giovane donna che alla mia proposta di vivere insieme e, quindi, anche di affrontare insieme i pericoli del suo sottrarsi al giro che controlla le ragazze come lei, non ha risposto di no, ma si è chiesta se sarà "per sempre" o se, invece, le offro soltanto una vacanza, una momentanea evasione dal suo inferno, se non sarò spietato nel liberarmi di lei quando la nostra storia si rivelasse, per mille ragioni, meno poetica e meno drammaticamente romantica di ora, rendendole insopportabile tornare a lavorare sulla strada, dopo aver toccato con mano la possibilità di vivere in modo diverso e migliore?

Può esistere un amore "per sempre" se non si è liberi non solo di scegliersi, ma neppure di vivere? Non ho risposte, so soltanto che quando la sua mano scorre tra i miei capelli, non ho 50 anni, ma ho la sua stessa età ... e sono nero anch'io."

Akara-Ogun e la ragazza di Benin City
di Claudio Magnabosco

lunedì 14 ottobre 2013

LA CREAZIONE DELL'UOMO




"In una notte scura e stellata, un gruppo di Pellerossa stava accovacciato intorno ad un falò. Improvvisamente il guerriero più anziano si alzò in piedi. Il suo volto era vecchio e bruno come la terra e portava sulle spalle una coperta dai vivaci colori. Cominciò a narrare la storia dell’inizio del mondo… 
Quando Coyote, il cane del deserto, teminò di creare il mondo, prese il vento, che era fatto a forma di conchiglia, e rovesciandolo, formò il cielo. Dispensò vivaci colori ai cinque angoli del mondo e un arcobaleno si alzò nel cielo a dividere la notte dal giorno. 
Poi si accucciò, ululò e il sole e la luna cominciarono a muoversi nel cielo. 
Coyote riempì le pianure di alberi e di stagni e di montagne e di fiumi e fece tutti gli animali. 
“Per ultimo e come cosa migliore farò l’Uomo” mormorò a mezza voce. 
Gli animali lo udirono e vollero aiutarlo. Così si sedettero tutti in circolo nella foresta; Coyote, l’Orso Grigio, il Leone, l’Orso Biondo, il Cervo, la Pecora, il Castoro, il Gufo e il Topo. 
“Puoi fare Uomo della forma che più ti piace” disse il Leone, “ma io credo che dovrebbe avere denti aguzzi per masticare la carne e anche delle lunghe zampe.” “Come le tue?” chiese Coyote. “Beh, sì, come le mie”, rispose Leone. “Avrà bisogno anche di una pelliccia e di una voce forte e potente.” “Come la tua?” chiede di nuovo Coyote. “Come la mia”, rispose Leone. 
“Nessuno vuole una voce come la tua” interruppe Orso Grigio. “Tu fai scappare tutti. Uomo deve poter camminare sulle zampe di dietro, deve poter afferrare gli oggetti con quelle davanti e stringerli fino a schiacciarli.” “Come fai tu?” chiese Coyote. “Beh, sì, come faccio io.” Replicò Orso Grigio. 
Cervo tremò nervosamente e gettando timide occhiate al di sopra della spalla disse: “Cos’è tutto questo parlare di divorare carne e di distruggere le cose? Non è bello. Uomo deve poter sentire quando è in pericolo e scappar via velocemente. Dovrebbe avere orecchie come conchiglie marine per poter sentire ogni più piccolo suono, e occhi come la Luna, che vede tutto; e naturalmente corna ramificate; avrà assoluto bisogno di corna.” “Come le tue?” chiese Coyote. 
“Beh, sì, come le mie” rispose Cervo. 
“Come le tue?” schernì Pecora.”Ma a che servono le corna ramificate? Aggeggi appuntiti che si impigliano in tutti i rami e cespugli! Come farebbe a dare cornate? Ma se invece avesse due cornini ai lati della testa….” “Come i tuoi?” chiese Coyote. Pecora, offesa, tirò su col naso. Non le piaceva essere interrotta. 
“Sentite me” squittì Topo. “L’Uomo che volete fare è troppo grande. Fareste meglio a farlo piccolo.” 
“Tutti matti siete!” gridò Gufo. “E le ali? Non ci avete pensato alle ali? Se volete che Uomo sia il migliore degli animali, deve poter volare. Deve avere le ali!” “Come le tue?” chiese Coyote. « Ma è tutto quello che sai dire ? » si lamentò Gufo. “Non hai idee tue?” 
Coyote balzò in piedi e avanzò al centro del cerchio. “Stupidi animali. Non so proprio a cosa stessi pensando quando vi ho fatto. Volete tutti che Uomo sia esattamente come voi!” 
“Immagino che invece vorresti che fosse come te, vero Coyote?” ringhiò Orso Biondo. 
“E come faremmo allora a distinguerci?” replicò Coyote. “Tutti potrebbero indicarmi e dire: “Ecco Uomo.” E poi indicherebbero Uomo e direbbero: “Ecco Coyote! No, no, no, Uomo deve essere differente.” 
“Ma con le ali!” gridò Gufo. 
“E corna ramificate!” bramì Cervo. 
“E dei bei cornini!” belò Pecora. 
“E deve avere una vociona!” tuonò Orso Grigio. 
“E deve essere piccino!” squittì Topo. 
“E non senza coda!” aggiunse Castoro. 
Ma nessuno lo udì. Tutti erano troppo occupati a litigare. Mordendo e caricando, gli animali lottarono nella foresta mentre Coyote stava a guardare scuotendo la testa. 
Peli e piume, unghie e pezzi di corna volavano tutt’intorno. Coyote li raccattò, li mise di nuovo insieme e creò altri animali ancora, come Cammello e Giraffa. 
Presto tutti gli animali giacquero in un ammasso confuso, troppo stanchi per continuare a combattere. 
“Mi pare che ora riuscirò a trovare la risposta”, disse infine Coyote. 
Gli animali lo guardarono di sottecchi e alcuni gli ringhiarono contro. Ma Coyote parlò ugualmente. 
“Orso aveva ragione dicendo che Uomo dovrebbe camminare sulle gambe di dietro. Così potrà salire sugli alberi. E Cervo era nel giusto dicendo che dovrebbe avere udito fine e vista acuta. Ma se Uomo avesse ali, cozzerebbe la testa contro il Cielo. L’unica parte simile ad un uccello di cui ha bisogno sono le lunghe estremità dell’Aquila. Credo che le chiamerò dita. E Leone aveva ragione dicendo che Uomo dovrebbe avere la voce forte. Ma ha anche bisogno di una vocina per non spaventare troppo. Uomo dovrebbe essere liscio come Pesce, che non ha peli che gli facciano caldo. Ma la cosa più importante di tutte, disse Coyote infine, è che Uomo deve essere più intelligente e furbo di tutti voi!” 
“Come te”, borbottarono tutti gli animali. “Beh, sì, grazie”, rispose Coyote, 
“Come me.” 
Ci fu un gran rimescolìo fra gli animali, ringhi irati e sibili e poi tutti insieme gridarono. “Siediti Coyote! Le tue stupide idee non ci piacciono!” “Bene”, disse Coyote pazientemente. “Facciamo una gara. 
Ognuno di noi farà un modello di Uomo col fango. Domani esamineremo tutti i modelli e decideremo qual’è il migliore.” 
Tutti gli animali corsero via a cercare dell’acqua per fare il fango. Gufo fece un modello con le ali. Cervo ne fece un altro con lunghe corna e grandi occhi. Il modello di Castoro aveva la coda larga e piatta. Topo fece un modello piccolino. 
Ma Coyote fece l’Uomo. 
Il sole tramontò prima che essi riuscissero a finire i loro modelli. Così si accoccolarono nel folto della foresta per dormire. 
Tutti eccetto Coyote. 
Egli prese l’acqua dal fiume e la versò su tutti gli altri modelli. La coda di fango di Castoro venne spazzata via. Le corna di fango di Cervo vennero spazzate via. Le ali di fango di Gufo vennero spazzate via. 
Coyote soffiò la vita nel naso del suo modello di Uomo fatto di fango e quando gli altri animali si svegliarono, trovarono un nuovo animale nella foresta. Il suo nome era Uomo.” 
Dopo aver pronunciato queste parole, il vecchio guerriero si sedette, avvolgendo la coperta intorno a sé. 
Mentre il fulgore del fuoco si spegneva, sedette, silenzioso come la terra stessa, fissando l’oscurità. 
E in lontananza risuonava il grido del coyote."

Leggenda dei Nativi Americani






domenica 13 ottobre 2013

POESIA



disegno di Ko Un



L'isola che canta



Sparse, nel mare delle mie origini,

chissà perché,

isole qui e là.

Piccola, tra loro,

s'intravede l'Isola che canta.



Quando il vento, forte, soffia nelle lontane acque dell'Ovest,

attorno a quell'Isola,

sempre,

si ode cantare.



Puntuali, da tempi antichi,

arrivano le anime dei pescatori morti nel vasto mare,

Arrivano col grande vento

e cantano.

Per giorni e notti, cantano.



Così anch'io, cresciuto

guardando quell'Isola

ho accolto in me il grande spirito

e ancora oggi sono un cantore viandante.



Ho avuto, a volte, momenti solenni, ma oggi non son'altro

che un triste

malinconico cantore viandante.


Ko Un




Ko Un ( 1933) , Scrittore, poeta, saggista, pittore, autore teatrale ,  è considerato una delle figure più rappresentative della cultura contemporanea della Corea del Sud. 

venerdì 11 ottobre 2013

FOTO





Patrick Faigenbaum (Parigi, 1954), cui è stato assegnato nel giugno scorso il premio Henri Cartier-Bresson per il progetto su Calcutta. 

giovedì 10 ottobre 2013

VIDEO



IO, MAI NIENTE CON NESSUNO AVEVO FATTO' , della compagnia Vuccirìa Teatro, in scena a Napoli, Galleria Toledo, nell'ambito di Stazioni d'Emergenza, sabato 12 e domenica 13 ottobre 2013

scritto e diretto da Ioele Anastasi 
con
Joele Anastasi
Enrico Sortino
Federica Carruba Toscano
aiuto regia Nicole Calligaris
costumi Giulio Villaggio
foto Dalila Romero
video Giuse Cardaci, Elia Bei, Davide Maria Marrucci
produzione Vuccirìa Teatro
organizzazione e distribuzione RAZMATAZ
ufficio stampa leStaffette

info: www.galleriatoledo.org
www.vucciriateatro.com

 "Chi crede che non sia più necessario parlare di malattia, di omosessualità, che fare un teatro del pathos non serva più dovrà ricredersi. Lou Andrea Dell'Utri Vizzini  per  "LesFlaneurs.it "



mercoledì 9 ottobre 2013

Joseph Cornell e i Surrealisti a New York



Lee Miller (1907 – 1977), 
Senza Titolo (Joseph Cornell con il suo oggetto surreale …, 1932), 
vintage gelatin silver print, Ubu Gallery, New York 


"Joseph Cornell e i Surrealisti a New York" la mostra  si propone di riconsiderare l’opera di un grande protagonista dell’arte americana della prima metà del XX secolo, in rapporto ai lavori di altri artisti che ha incontrato a New York . La rassegna  si tiene al museo di Lione e si concentra sulla produzione dal 1930 al 1950 , gli anni della maturità. Tra le 200 opere esposte ci sono alcuni dei più noti collage e " shadow boxes ", scatole di legno , chiuse da un vetro ,in cui l'artista assembla in modo fantasioso e poetico  oggetti di vita quotidiana  e della natura .
La  mostra  è organizzata  in  collaborazione  con il  Fralin Museum  of Art  dell'Università  di Virginia ..


Joseph Cornell 1942


"La scatola ed il suo corollario naturale: il casellario. La scatola del resto è la forma della finestra, della porta, della stanza, della casa, del rifugio, del nascondiglio. Il casellario è il palazzo, il magazzino, l'archivio, la "memoria" nel senso dei calcolatori elettronici. La scatola è, ancora, una valva, una teca, un'urna. E' soprattutto un teatro. Un teatrino da tenere come un livre de chevet." Luigi Carluccio 




Joseph Cornell e i Surrealisti a New York
Museo di Belle Arti di Lione– Rhône
Dal 18 ottobre 2013 al 10 febbraio 2014
info: www.mba-lyon.fr

lunedì 7 ottobre 2013

Francesco Ciancabilla pittore degli emarginaTI




"Emarginati, homeless, neri, bambini affamati, musicisti, nudi maschili e femminili, gente che se ne va in strada ballando ed è chiamata pazza: mi piace rappresentare la gente reale. È a lei che io mi sento vicino". 



Senza titolo, 1983, vernice spray su tela
in Flash Art nº 115 pag. 22


Tecnica da graffitista, spesso in bianco e nero, utilizza una mascheratura in carta gommata: una volta tolta, rimangono sezioni bianche, sfondi di tela pulita. Per questo, tutte le sue opere sono uniche e non riproducibili. Lo stencil si basa sul principio opposto, quello della serialità. "La mia tecnica è stata riprese da artisti di fama mondiale, come Bansky, che poi però si è perfezionato proprio sull’uso delle stencil". Tele che Francesco Ciancabilla firma con un nome dal sapore onomatopeico , Frisco.
Ciancabilla, oggi 54 anni, dal 2004 è un uomo libero (dal 2002 era in affidamento ai servizi sociali), dopo avere pagato il proprio debito con la giustizia per l’omicidio di Francesca Alinovi, critica d’arte e assistente al Dams uccisa con 47 coltellate nel 1983. Per quel delitto Ciancabilla, studente della Alinovi, si è sempre dichiarato innocente. Per un periodo, dopo la condanna, è stato latitante tra Spagna e Brasile, prima di essere nuovamente arrestato nel 1997.


Senza titolo (autoritratto), 1983, vernice spray su tela.
da Flash Art nº115 pag. 26 








Dopo aver esposto a Pescara, Ciancabilla sarà in mostra a Teramo dal 15 ottobre con  la collettiva : Frisco & Zino , Totem e tribù del terzo millennio
 Sala Espositiva Nicola Palma , via Nicola Palma, Teramo
vernissage: sabato 26 ottobre 2013
fonte : http://www.friscoart.it

domenica 6 ottobre 2013

POESIA




Io ero solamente ciò

Io ero solamente ciò
che tu toccavi, quello
su cui - notte fonda, corvina -
la fronte reclinavi tu.

Io ero solamente ciò
che tu là in basso distinguevi:
sembiante vago, prima, e poi
molto più tardi, tratti.

Sei tu ardente, che
sussurrando hai creato
la conchiglia dell'udito
a destra, a manca, là, qui.

Tu che nell'umida cavità,
tirando quella tenda,
hai messo voce, perché
potesse te chiamare.

Cieco ero, nulla più.
Tu, sorgendo, celandoti,
hai dato a me la facoltà
di vedere. Si lasciano scie

così, e si creano così
mondi. Spesso, creati,
si lasciano ruotare così,
elargendo regali.

E, gettata così,
in caldo, in freddo, in ombra, in luce,
persa nell'universo,
ruota la sfera e va.

Josif Aleksandrovic Brodskij



Josif Aleksandrovic Brodskij  (  San Pietroburgo 1940 -   New York 1996) premio Nobel per la letteratura(1987)  "la cui vicenda rappresenta un caso emblematico del rapporto tra politica, potere, cultura e libera espressione delle idee. Brodskij  esordì nel 1958 pubblicando alcune poesie in una rivista clandestina e fu denunciato per la prima volta da un giornale di Leningrado, che attaccò i suoi lavori perché ritenuti pornografici e antisovietici. Nel 1964 fu arrestato con l’accusa di parassitismo e condannato, dopo un processo che scatenò violente reazioni nell’opinione pubblica mondiale, a cinque anni di lavori forzati. Rilasciato dopo 18 mesi, tornò a vivere a Leningrado , dedicandosi alla traduzione di poeti inglesi , fino a quando nel 1972, dopo aver pubblicato la sua raccolta di poesie ‘Fermata nel deserto’, fu costretto dalle autorità sovietiche ad emigrare stabilendosi negli Stati Uniti, dove tenne corsi in varie università e svolse ampia attività pubblicistica. Insomma un Nobel che ha avuto come colpa quello di avere svolto un lavoro ritenuto ‘non socialmente utile’ dallo Stato sovietico".   Domenico Pisana