mercoledì 29 febbraio 2012

Buon compleanno Rossini!


Mickey Mouse & Friends - The Band Concert (1935)-the William Tell overture


Mercoledì 29 febbraio, giorno in cui Gioachino Rossini nasce a Pesaro, partono i festeggiamenti che la città dedica al suo concittadino più amato. La casa natale del compositore sarà aperta in via straordinaria l'intera giornata.
Un calendario di iniziative per tutto il 2012. La casa dove vide la luce nel 1792 in via del Duomo (oggi via Rossini),è diventata museo. In programma incontri, concerti, eventi e itinerari guidati, a cura di enti e istituzioni cittadine che contribuiscono a vario titolo alla conservazione e valorizzazione dell'immenso patrimonio, musicale e non solo, lasciato da Rossini a Pesaro, sua erede universale: il Comune, la Provincia, la Fondazione Rossini, il Conservatorio Statale di Musica intitolato al musicista, il Rossini Opera Festival, l'Ente Concerti, Sistema Museo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. Il calendario proposto per il 2012 coinvolge naturalmente i "luoghi rossiniani": Casa Rossini, dove Gioachino visse con la famiglia fino al 1802, anno in cui si trasferì a Lugo di Romagna, il teatro a lui intitolato nel 1855, palazzo Olivieri che ospita il Tempietto Rossiniano, dove sono custoditi autografi di opere, lettere, cimeli e immagini del compositore, la Biblioteca della Fondazione Rossini (a palazzo Montani Antaldi), che ne conserva e studia documenti e bibliografia. Nel giorno del compleanno di Rossini, la sua casa natale sarà visitabile gratuitamente e ci si potrà fare fotografare accanto ad un busto di Gioachino.
fonte: http://www.fanoinforma.it

Martina Codispoti




Voglio raggiungere quello stato di condensazione delle sensazione che costituisce un dipinto.
Martina Codispoti



"Nel segno iconografico di Martina Codispoti entra automaticamente una forza quasi ultrasensoriale di positività immediata , come se il segno fosse un segno di luce improvvisa nella notte amorfa di una realtà da lei trasformata e rivissuta. Una realtà che può attraversare diverse soggettistiche rilette però da un cuore sereno che trasforma la normalità in magia. Incontriamo cosi nel suo percorso la visione poetica di gestualità riverberanti la dolcezza di un gesto nel suo particolare come quello di una ballerina , rivissuta nel suo incanto di movimento ed armonia , colore e forma dovuti ad una musicalità ancestrale mai stereotipata. Il realismo in qualche modo onirico dell’artista si confronta anche con la capacità di manipolare la materia del colore quasi accarezzandolo nella ricerca delle sue forme più vibranti ed istintivamente piacevoli .


Ma è nella comunicazione visiva di ritrarre l’anima che la Codispoti riesce ad attraversare i percorsi della storia dell’arte ed a riprodurre con la semplicità del segno a gessetto in bianco e nero la luce pura che il soggetto non ha solo negli occhi ma ,se la possiede è racchiusa come un prezioso tesoro dentro l’anima. Non sempre l’artista cerca questa luce a volte è più interessato al contesto del quotidiano che svia la ricerca verso una ricerca più formale che introspettiva, invece lei vuole proprio incontrare la perfezione del suo segno con l’eleganza dell’amore verso il meglio di se stessi che va oltre la realtà del personaggio ritratto come se il personaggio fosse in qualche modo sotto osservazione di una luce divina , e questa luce noi la raccogliamo e la osserviamo ammirati dall’armonia che ci può regalare.


L’arte è anche questo una straordinaria transumanza di emozioni tra dentro e fuori dell’opera in questo Martina Codispoti seppur giovane artista ne è consapevolmente cosciente e testimone entusiasta del suo messaggio positivo sicuramente destinato a rimanere nel tempo." di Piergiorgio Panelli




info:http://martinacodispoti.blogspot.com

martedì 28 febbraio 2012

CALL FOR ARTISTS!!! PROSERPINA ART PROJECT: IL RITORNO DELLA PRIMAVERA



La P.O.W. Gallery di Torino, esclusiva galleria sita nell'elegante Piazza Castello di Torino, cerca artisti pittori e scultori italiani e stranieri per la mostra collettiva intitolata "PROSERPINA ART PROJECT: Il ritorno della Primavera" in programma dal 16 marzo al 7 aprile 2012.
Ciascun artista è chiamato a rappresentare un'opera inerente al ritorno di Proserpina, ovvero, della Primavera, che per convenzione ogni anno si celebra il 21 marzo. Tutta la natura si rianima, i fiori tornano a sbocciare, i paesaggi a colorarsi e i nostri sensi a risvegliarsi. Ritorna Proserpina e laPrimavera ha inizio!

La mostra aprirà il 16 marzo e chiuderà il 7 aprile 2012, il vernissage si terrà venerdì 16 marzo e avrà inizio alle ore 18:00.

L'evento si terrà negli spazi della galleria d'arte POW Gallery, sita nel cuore pulsante di Torino, al primo piano di Piazza Castello n. 51 e verrà comunicato su canali multimediali e cartacei. 


Criteri di partecipazione
Ogni artista può partecipare esponendo n. 2 opere;
La dimensione massima dell’opera pittoriche deve essere di cm. 100x100, 
Le dimensione massima dell’opera di scultura deve essere di cm. h. 100x b. 80x l. 40. 
Tutti i materiali, tecniche e tipi di supporto sono accettati. 


Termini e modalità di partecipazione

La selezione delle opere avverrà tramite l’invio dell’immagine alla curatrice Renata Panizzieri all’indirizzo di posta   HYPERLINK "mailto:artgate51@hotmail.it" artgate51@hotmail.it .
La partecipazione prevede il pagamento delle spese di segreteria, organizzazione, allestimento, grafica, critica e comunicazione pari a € 120,00 da saldarsi al momento dell'adesione.

Le opere dovranno pervenire in galleria entro e non oltre le ore 18:00 di martedì 14 marzo per l'allestimento collettivo al seguente indirizzo: POW Gallery, Piazza Castello, 51 - 10023 Torino.

Le opere dovranno pervenire con un imballo idoneo sul quale si dovrà recare la dicitura "PROSERPINA ART PROJECT".

L’imballo e le spese di trasporto per l’invio e il ritiro delle opere sono a totale carico e responsabilità degli artisti e della ditta che fornisce il trasporto.

Le opere che non verranno ritirate, anche dopo sollecito scritto, verranno trattenute dalla galleria POW Gallery senza corrispondere agli autori alcun rimborso monetario.

Esposizione opere in mostra

Le opere rimarranno in mostra negli spazi della POW Gallery a partire dal 16 marzo 2012 fino al 7 aprile 2012.

L’esposizione delle opere recherà le indicazioni di: autore,  titolo, tecnica, e misure. La loro posizione sarà ad insindacabile giudizio della direzione artistica.

In occasione dell’evento è prevista la pubblicazione di una brochure con testo critico redatto dalla Storica dell'Arte e Giornalista Renata Panizzieri, curatrice della mostra, corredato dalle immagini delle opere partecipanti esposte in mostra.
La POW Gallery potrà usare le immagini delle opere o parti di esse, indicandone l’autore, per le proprie operazioni di comunicazione cartacee e multimediali e per l’impaginato della suddetta brochure della mostra che sarà reperibile presso la galleria in forma gratuita per gli artisti partecipanti.

INFO:
POW Gallery
Piazza Castello, 51
10123 Torino
 artgate51@hotmail.it
Tel. 011.0266178
cell. 333.9316080





Giampiero Poggiali Berlinghieri – Sculture Solari






Giampiero Poggiali Berlinghieri – Sculture Solari

"In modo simbolico dall’impenetrabilità sua luminosa oppure diretto per l’apporto indispensabile alla vita sulla terra, il Sole si da come uno degli elementi culturali comuni a ogni epoca e ad ogni civiltà; è Aton nell’antico Egitto, Mitra in Persia, Apollo dei Greci e dei Romani, la trasfigurazione di Cristo, l’illuminazione Buddhista, solo per citare alcuni casi di un insieme assai più esteso. Certo dalla modernità in poi la valutazione scientifica ha sottratto pregnanza a quella spirituale, avendo definito il sole una stella d’idrogeno in fusione la cui massa, enorme nelle proporzioni del nostro sistema, regola i rapporti gravitazionali con tutti gli altri pianeti. Resiste ancora però la doppia valenza riferibile all’astro: potenza creatrice e distruttrice, essa è sia l’idea che infiamma la mente di Dedalo sia il calore che scioglie le ali di Icaro.
Perciò quando un protagonista dell’ars ludens quale Giampiero Poggiali Berlinghieri sceglie di
intitolare una propria serie Sculture Solari, viene naturale interrogarsi sul tipo di significazione che egli ha voluto indicare con l’attributo.




Credo che la risposta non sia dissimile da quella individuata dalla maggioranza dei critici per altri momenti della sua ricerca; l’artista che ha sempre saputo tradurre le problematiche formali in una visionarietà immediata e attraente, anche nella riflessione tecnologico-ambientale lascia emergere le gioie pure del fare e del mostrare, piuttosto che la vanità della dialettica irrisolta.
Queste sculture solari pur nella diversità esteriore formano un immaginario fantastico, o addirittura fantascientifico, del tutto coerente. Che si tratti di animali robot, lampade utilizzabili o totem allegorici fa poca differenza, anzi, è proprio nel possibilismo sfrenato del futuribile che si rivelano gli elementi distintivi. Innanzitutto ciò che potremmo indicare come “ri-assemblaggio”, ovvero la tecnica di combinare differentemente le parti di un’opera passata e già esposta, così da ottenere un risultato inedito. Tale modalità, assolutamente originale, svela la capacità inesauribile dell’arte a innovarsi: se per supposte necessità di comunicazione e per più pragmatiche speculazioni economiche i prodotti high-tech scontano il proprio avanguardismo con un’esistenza di minima durata, un’opera può invece risorgere da sé stessa senza subire il rischio dell’obsolescenza (a meno che la sua estetica non sia fondata in modo effimero e per opportunismo sulla moda).


Il fatto stesso che tra le opzioni disponibili Poggiali Berlinghieri abbia scelto elementi semplici e sostenibili come i pannelli solari o le luci a led, e da essi abbia tratto sculture piacevoli e utili – ma frutto di una grande sapienza artigianale -evidenzia per inversione il carattere di una tecnologia divenuta, nelle sue varianti peggiori, sinonimo di omologazione e di feticismo.
L’esibizione dei materiali semplici e della manualità, la meraviglia suscitata dall’idea, il gusto del divertimento; ecco gli ingredienti che sulla scia dell’entusiasmo tornano anche nella fantasia videosonora alla base della presente pubblicazione.



Infine, considerando anche la fase più recente, mi pare che un merito implicito di Poggiali Berlinghieri sia l’esortazione ad approfondire il ruolo del ludico nella storia artistica. Da Depero a Baj fino a Tinguely, i nomi certo non mancano. E forse, ma è solo un’intuizione, nel futuro potrebbe accadere che il disegno su vetro di una macchina celibe, la riproduzione di un cartone di detersivo Brillo, una cavallo sospeso con la testa nel muro – attraverso una minore rilevanza concessa alle contingenze sociali che le hanno derivate – possano essere interpretate come esempi di commistione, seppur critica, tra arte e gioco. Allora molte pagine saranno da riscrivere, sopratutto nel caso di coloro che questa via l’hanno percorsa sin dagli esordi." di Matteo Innocenti



Giampiero Poggiali Berlinghieri nasce a Firenze il 17 luglio1936.
L’esordio della sua attività artistica è del 1968 e segna il termine di un’accelerata fase di ricerca e di formazione autodidatta con la prima mostra personale presso la Galleria Inquadrature di Firenze a cui fanno seguito circa 80 mostre personali in Italia e all’estero. Opere di Poggiali trovano posto in collezioni museali pubbliche e private. Un suo autoritratto fa parte della raccolta degli autoritratti della Galleria degli Uffizi di Firenze.



Le “Sculture solari” di Giampiero Poggiali Berlinghieri, realizzate dal 2009 al 2012, insieme alle sue “Opere ecologicamente compatibili” sono pubblicate sul video-catalogo della collana “Risguardi” di Morgana Edizioni. Molte di queste sculture sono presenti in Musei, Pinacoteche e luoghi pubblici. Il testo in copertina è del critico d’arte Matteo Innocenti.
Video, montaggio ed effetti speciali sono di Bramante Chisci, la musica è di Niccolò Chisci e l’elaborazione musicale di Franco Poggiali Berlinghieri.
www.morganaedizioni.it
fonte:http://www.artestudio53.it

lunedì 27 febbraio 2012

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foto di : Vadim Stein

Alice in Wonderland al MART di Rovereto





Alice in Wonderland – Il favoloso mondo di Lewis Carroll e la sua enorme influenza nelle arti visive. Una mostra organizzata da Tate Liverpool in collaborazione con il Mart e la Kunsthalle Hamburg. Al MartRovereto dal 25 febbraio al 3 giugno 2012 (www.mart.trento.it). La mostra è a cura di Christoph Benjamin Schulz e Gavin Delahunty.



L'esposizione è improntata sull'influenza che le opere di Lewis Carroll hanno avuto sul mondo dell'arte in senso lato e sulle arti visive in particolare.
Stampe fotografiche, illustrazioni, tele, video proiezioni, è un mix di differenti spunti e stimoli visivi, con un comune denominatore rappresentato dalla prosa di Carroll e, in particolare, dai mondi fantastici raccontati nei libri,
"Alice nel paese delle Meraviglie" e "Attraverso lo specchio".





Diversi gli artisti gli autori degli oggetti in mostra, non da meno le testimonianze fotografiche lasciate dallo stesso Carroll , tra le quali meritano un posto specifico quelle alla piccola Alice Pleasance Liddell.
E' lei la "baby musa" ispiratrice del personaggio di Alice, ritratta dallo scrittore con scatti che ne narrano in un certo senso la vita dai quattro anni di età fino al periodo dell'adolescenza.
In mostra ci sarà ampio spazio anche per gli artisti che hanno abbracciato il fermento del surrealismo e non mancheranno contributi di Dalì, di Ernst, di Woodman, di Robert ed altri ancora.

fonte:blog.atcasa.corriere.it




venerdì 24 febbraio 2012

Il Divisionismo-La luce del moderno





Gaetano Previati, "Pace o Mattino nel prato", Palazzo Pitti ,Firenze


Si svolgerà a Rovigo, a Palazzo Roverella dal 25 febbraio al 23 giugno 2012, sarà sicuramente tra i più importanti eventi espositivi italiani del prossimo anno. A promuoverla sono la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e L’Accademia dei Concordi.

Carlo Carrà "Uscita dal teatro" Londra


Il periodo che questa mostra illumina è quello tra il 1890 e l’indomani della Grande Guerra.
Negli anni in cui in Francia Signac e Seraut “punteggiano” il Neo Impressionismo, anche in Italia diversi artisti si confrontano con l’uso "diviso" dei colori complementari. E lo fanno con assoluta originalità. E’, come afferma il sottotitolo della mostra, la luce del moderno che essi così magistralmente creano e interpretano.
Sono sperimentazioni che consentono agli artisti che si affacciano alle soglie del Novecento di affrontare con tecnica spesso audace e coraggiosa le tematiche del nuovo secolo, dal mutato rapporto con la realtà agreste all’evoluzione della città moderna, dalle scoperte scientifiche agli incombenti conflitti sociali.


Plinio Nomellini , " il fienailolo , 1888 Livorno


E’ la prima effettiva cesura rispetto agli stili del passato, prima delle avanguardie.
Nel Divisionismo italiano i puntini e le barrette colorate dei francesi diventano filamenti frastagliati che invece di accostarsi spesso si sovrappongono. Ma ciò che è veramente diverso è lo spirito: qui la nuova tecnica pittorica aiuta a rappresentare, meglio di altre, l’intimità, l’allegria, lo spiritualismo, il simbolismo, l’ideologia anche politica. Ovvero i sentimenti, le passioni, le istanze che univano quella generazione di artisti. Pittura di luce, colore ma anche e soprattutto pittura di emozioni, quindi.
L’indagine che Francesca Cagianelli e Dario Matteoni proporranno a Palazzo Roverella rilegge la storia di questo momento magico dell’arte italiana. Valorizzando figure come quella di Vittore Grubicy de Dragon e il suo Divisionismo fatto di musica e di ricerca scientifica. Poi Plinio Novellini, icona del Divisionismo tra Toscana e Liguria, prototipo di quelle diverse dimensioni territoriali che sono forse la maggiore ricchezza del movimento e che questa mostra mette, per la prima volta, in giusta evidenza.


Leonardo Dudreville, "trilogia campestre"


Poi i grandissimi: Previati, Segantini, Morbelli, Pellizza da Volpedo.
E ancora il ricordo della storica Sala Divisionista della Biennale del 1914. Per giungere alla straordinaria stagione divisionista di artisti come Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini, Carlo Carrà e alla Secessione Romana. Ultimi, emozionanti bagliori di una vicenda artistica che va a concludersi, per sfociare nel rivoluzionario “nuovo” del Futurismo. Ed è l’avvio di un’altra grande storia tutta italiana.
(R. de Simone)


Enrico Lionne , " Fuori porta S. Giovanni" ,Roma


dal 25 febbraio 2012 al 23 giugno 2012
Rovigo, Palazzo Roverella
info : http://www.mostradivisionismo.it

Happy days-Samuel Beckett




"Eh, sì, così poco da dire, così poco da fare, e una tale paura, certi giorni, di trovarsi… con delle ore davanti a sé, prima del campanello del sonno, e più niente da dire, più niente da fare, che i giorni passano, certi giorni passano, passano e vanno, senza che si sia detto niente, o quasi, senza che si sia fatto niente, o quasi (…)"




Giorni felici (Happy days) è un dramma in due atti di Samuel Beckett del 1961.
Rappresenta uno dei momenti più alti del teatro beckettiano. La situazione è portata al parossismo, costringendo i protagonisti all'inazione quasi totale in una lenta scarnificazione dei mezzi espressivi propri del teatro.

Winnie, il personaggio principale, è una donna sulla cinquantina, bionda, grassottella. È sepolta fino alla vita in un alto cumulo di sabbia. Ha una capiente sporta nera piena di oggetti interessanti incluso un pettine, uno spazzolino da denti, un dentifricio, un rossetto, una lima per unghie ed un organetto. Ha anche un parasole ed una rivoltella, che ama accarezzare. Il suono stridente di un campanello isolato e fuori scena scandisce le ore di veglia da quelle del sonno. Il dramma inizia con il suono del campanello e l'affermazione di Winnie:

« Un altro giorno divino. »

Winnie è infatti felice della sua esistenza, seppure immobile: nonostante quanto possa capitare, afferma senza ombra di dubbio che quello sarà sicuramente un altro giorno felice.
Suo marito Willie, un uomo sulla sessantina dal cranio sfondato e vuoto, vive in una cavità del cumulo di sabbia alle spalle della moglie, quasi fuori dal suo campo visivo per l'impossibilità di movimento di lei. Al contrario di Winnie può ancora muoversi, anche se l'unico modo per farlo che ha è quello di strisciare su tutto quanto. Durante il corso del primo atto esce dal suo buco solo per leggere il giornale e per masturbarsi, seduto dietro al mucchio e con le spalle al pubblico. Nonostante il chiacchierio continuo di Winnie e le continue richieste da parte di lei di una risposta, Willie si esprime a monosillabi leggendo piccole citazioni dal giornale, solo a conferma che riesce ad ascoltarla.

Nel secondo atto, aperto come il primo dal suono del campanello, Winnie è sepolta fino al collo, con la sola testa fuori dal cumulo di sabbia. Continua a parlare, ma non può più raggiungere la sua borsa né voltarsi per guardare il suo amato Willie. È sorprendentemente ottimista durante tutto il dramma, solo pochi accenni alla monotonia e al fatto che suo marito viva alle sue spalle fanno presagire una sottile amarezza della sua condizione. La pièce si conclude con Willie che striscia fino a Winnie vestito di tutto punto, mentre lei lo osserva amorevolmente cantando un motivetto ascoltato dall'organetto nel corso del primo atto.




"Winnie non è una borghesotta logorroica che straparla a casaccio, è un’eroina in lotta con quel mascalzone di dio che tenta di piegare la sua tempra mettendola in situazioni via via più insopportabili. Quando non avrà più niente, se non una bocca riarsa che spunta dalle macerie, canterà, con un filo di voce roca ma indomata, un valzer della Vedova allegra.
“Tace il labbro…”
Ogni sera, a quel punto, mi veniva in mente la frase di Stendhal: “Dio ha la sola scusa di non esistere”. ( Anna Proclemer)

giovedì 23 febbraio 2012

IL DESIGN MYKITA HAUS A SOSTEGNO DEL GIAPPONE




FRANZ è il nome degli occhiali da sole ad edizione limitata, creati in soli cento esemplari, a sostegno della Croce Rossa giapponese dall'azienda berlinese MYKITA HAUS: dall'abbreviazione in Kita della parola tedesca Kindertagesstätte: asilo. 
Dal 2003 i fondatori dell'impresa Moritz Krueger, Philipp e Daniel Haffmans e Harald Gottschling forniscono l'assemblaggio artigianale per gli occhiali dall'alto profilo del mercato internazionale e, volendo azionarsi per contribuire ad arginare i drammi causati dagli ultimi tragici eventi avvenuti in Giappone, in collaborazione con il fashion designer Bernhard Willhelm, hanno rivisitato il leggendario modello d'aviatore creandone uno assai stiloso e particolare che si rifà alla bandiera del Sol levante; infatti la montatura è di colore bianca e le lenti sono a specchio e di color rosso intenso, proprio come l'hinomaru, la bandiera giapponese.

Renata Panizzieri Lanza

ESPIANTATI DI FRANCO AUTIERO


"Il percorso del testo è in discesa. La protagonista è uno spirito alla deriva, la voce di un ectoplasma in viaggio verso luoghi arcani, forse un’anima alla pena riluttante verso il silenzio dei campi Elisi. Frammenti di memoria si accumulano, si confondono, si disperdono per riemergere a tratti, a zone, nel percorso del viaggio al confine tra vita e morte nell’orto concluso della rappresentazione." Franco Autiero




Mostra omaggio del grande artista Franco Autiero. Saranno esposti suoi bozzetti, plastici, pezzi di scenografia, ricordi e stralci dei suoi lavori.

Un lavoro per omaggiare Franco Autiero, scenografo, drammaturgo, artista a tutto tondo. Un tributo che Alessandra Borgia, ha voluto portare alla memoria di un amico, compagno d’avventure, scomparso nel 2008 e sul quale troppo poco l’attenzione della critica contemporanea si è soffermata.
Il testo, scritto apposta per l’attrice, fece il suo debutto nel 1995 per Settembre al Borgo. Vengono raccontate tre storie vissute da autore e attrice in un percorso che segue il filo della follia, della diversità. Storie di emarginazione che si relazionano in qualche modo alla città. C’era l’intervento dello stesso Autiero sul palco, ruolo che in questa edizione sarà ricoperto da Fulvio Calise, che, per scelta precisa della Borgia non è un attore, ma un medico, che espianta organi, nel senso letterario del termine.
Una storia che voleva evocare l’impegno dell’autore e della protaonista al fianco del grande Annibale Ruccello, spesso citato tra le righe e loro imponente punto di riferimento artistico e intellettuale.
Tre personaggi molto diversi tra di loro, grazie ai quali la protagonista diviene una sorta di spirito alla deriva pronta a trasformarsi da donna sciatta e volgare a dama elegante e sensuale passando per l’incarnazione della gatta di quest’ultima il cui racconto si intreccia senza soluzione di continuità a quello della padrona fino alla sua morte e resurrezione.
fonte : www.positanonews.it


"Desidero rimettere in scena questo testo, per sottolinearne l’importanza nel panorama autoriale nazionale.
Dopo di lui molti altri si sono avventurati nell’esercizio linguistico estremo, prendendo a piene mani dai lessici locali e hanno avuto gratificazioni dalla critica di cui lui, Franco, il predecessore, l’antesignano, il modellatore di parole, non ha goduto come avrebbe meritato, perchè troppo in anticipo sui tempi ed io voglio provare a rendergli merito, perchè amo la sua lingua originale, musicale, antiteatrale, sempre contro e sempre in armonia col tutto, sempre scomposta… bellissima. "Alessandra Borgia


Produzione: Nuova Accademia Sonora S. Giorgio a Cremano
Sala Ferrari: Via Marino e Cotronei 6/D Napoli
info@salaferrari.com
dal 29 febbraio al 4 marzo 2012

Paco Roca-Rughe

Storia toccante sull'alzheimer

Successo storico per il cinema di animazione e il fumetto: 'Rughe', lungometraggio tratto dal graphic novel dello spagnolo Paco Roca, ha vinto due premi Goya (il piu' importante riconoscimento cinematografico spagnolo), come miglior film d'animazione e come miglior adattamento. 'Rughe' ha superato nomi del calibro di Pedro Almodovar (con 'La pelle che abito'), Iciar Bollain ('Katmandu''), Benito Zambrano ('La voz dormida').




Emilio, un anziano direttore di banca affetto dal morbo di Alzheimer, è ricoverato dalla sua famiglia in una residenza per la terza età. In questo ambiente, egli apprende come convivere con i suoi nuovi compagni e con gli infermieri che li accudiscono, cercando di non sprofondare in una morbosa routine quotidiana.

La lotta contro la malattia è sorretta dalla volontà di mantenere la sua memoria e di evitare di essere portato all'ultimo piano, quello del non ritorno. La mancanza di memoria dai ricordi alle cose più semplici, come il saper mangiare o il vestirsi la mancanza di contatto con la realtà, il disagio dei famigliari e dei pazienti nei confronti della malattia, sono descritti con un misto di umorismo e commozione.

mercoledì 22 febbraio 2012

D : video




I Momix tornano in Italia per due appuntamenti, ad Avellino (dal 24 al 26 febbraio al Teatro Gesualdo) e a Salerno (dal 1 al 3 marzo al Teatro Verdi). I celebri danzatori, che hanno incantato il mondo, portano in scena lo spettacolo 'Bothanica', ispirato alle quattro stagioni.

Sul palco, dieci ballerini danzeranno la natura, i suoi colori, le sue forme e i suoi tempi. Lo spettacolo nasce dalla passione per la natura del coreografo Moses Pendleton, fondatore dei Momix.

D: foto


Nur (Luce) fotografie di Monika Bulaj.

martedì 21 febbraio 2012

Sonia Delaunay. Atelier Simultané 1923 -1934


Mercoledì 22 febbraio 2012 la Fondazione Marconi , ha il piacere di presentare la mostra Sonia Delaunay. Atelier simultané 1923 -1934.
La mostra, allestita sui due piani dello spazio espositivo presenta una parte importante dell’opera di Sonia Delaunay: circa cento gouaches realizzate tra il 1923 - 1934 in cui emerge la ricerca dell’artista sul colore, sul rapporto figura – sfondo e l’attenzione per le trame, e molti studi che ne testimoniano l’elaborazione.



Già orientata verso una pittura di puro colore, Sonia affiancò il marito nelle ricerche sul colore e sulla rifrazione della luce, in cui l'effetto dinamico è espresso dalle sole modulazioni del colore e della luce che conferiscono all'opera un tono lirico, approdando al movimento chiamato orfismo (o cubismo orfico; termine che deriva da Orfeo, mitico musico della mitologia greca).
Sonia Terk cercò di portare l'orfismo oltre i confini della pittura: a partire dal 1913 realizzò stoffe a contrasti simultanei, creazioni astratte di carta e tessuto e caratteri di stampa per libri a colori simultanei, cioè con rapporti cromatici e caratteri tipografici diversi e con il testo stampato in verticale.
Tra le due guerre, Sonia realizzò i primi vestiti astratti ed affiancò il marito in alcune grandi decorazioni per l'Esposizione universale di Parigi del 1925.
Dominio incontrastato di Sonia rimase però l'arte dell'arazzo e del tessuto, che essa rinnovò profondamente sostituendo alle decorazioni tradizionali dei motivi geometrici di sorprendente intensità cromatica, tipici della sua pittura.
Dopo la Seconda guerra mondiale continuò ad esporre nelle principali mostre le sue opere di arte astratta.
Sonia Terk Delaunay morì il 5 dicembre 1979 a Parigi.
info:www.fondazionemarconi.org



lunedì 20 febbraio 2012

Seo Young Deok



Giovane artista coreano , nelle sue opere rappresenta il corpo umano utilizzando catene di bicicletta.

Raffigura corpi umani, interi o in parte, realizzati saldando prevalentemente catene di biciclette, con le quali costruisce le sue opere, in alcuni lavori le catene appaiono lucide come appena oliate, quasi vive, e in altri corrose e fuse color ruggine che evidenziano il lavoro, lo sforzo fisico , ma anche l’anima dei ciclisti.
Evidente il messaggio di disagio sociale che emerge da queste opere d’arte.






D: foto


"I nostri progetti sono installati per 14 giorni, e poi vengono smontati. Pur essendo così mastodontici vivono dell'effimero, così come il vento che muove la tela che ricopre le strutture, e fa parte dell'opera, ma che può anche minacciarla pericolosamente."


Opera di Christo al Central park NY , l’artista ricopre i monumenti per farci aprire gli occhi e permetterci di tornare a vederli .

Joshua Sottile




Joshua Sottile è lo pseudonimo di Emanuele Sottile, Nasce a Torino nel 1977, laureato in Estetica musicale nel 2004. Musicista e Pittore autodidatta.
Inizia accostandosi ai post-impressionisti e all’espressionismo ad esempio Van Gogh, Franz Marc, I Fauves e Matisse. Successivamente scopre l’astrattismo europeo, e Gianluca Polastri nel suo libro: “ Cuori Smascherati ” scrive : “ la sua poetica si pone in bilico fra una figurazione rarefatta e onirica e una rappresentazione geometrica di emozioni, espresse nell’intreccio di linee curve e contrapposizioni cromatiche.” Nel 2009 scopre il nero e il grigio, comincia a studiare la figura umana e passa al figurativo, senza mai abbandonare l’astrazione e dall’Informale dedicandosi al materico, Pollock, Fautrier , Burri, e tutti gli esponenti dell’informale, ma anche da Leonardo e il Rinascimento Italiano per la figurazione.



Nei suoi lavori utilizza vari materiali: colle per piastrelle, gesso in polvere o liquido, stucco, terra, colla UHU, cera , aspirina diluita in acqua, sale o zucchero, vernice, pittura ad olio , acrilico, carta assorbente, glitter e metalli. Ma con l’utilizzo di garza sterile applicata direttamente sulle tele per ricoprire parti del corpo figurato che riesce a tradurre il suo bisogno di matericità, il tormento esistenziale dell’uomo moderno, e ricercare una nuova spazialità in un contesto figurativo.




Intrappola i propri demoni in tele che corrodono l’anima. Le sue opere sono intrise di un inquietudine che scava nell’interiorità di chi osserva, coinvolgendo il fruitore nel vortice di macabra sensualità che trasuda da un rapporto quasi simbiotico con la pittura e i materiali utilizzati. I lavori di questo artista sono un esplosione di materia oscura e di inaspettata luce."

Intervista completa su : vetrinadelleemozioni.blogspot.com/ joshuasottile
E su www.lettereanimate.com



"Potrei dire che il mio lavoro e la mia ricerca attuale si sviluppa in due direzioni che vorrei cercare di congiungere: figurazione e astratto informale.
Questo ultimo concetto spiega il perche dei miei “ sfondi” dis-armonici ..essi sono il vero soggetto del quadro! è spesso sono dissonanti secondo le regole impressioniste o convenzionali, ma è l’effetto che voglio creare..
Vorrei che il quadro venisse letto in due modi: la figurazione o il fondo. . una bella figurazione con un fondo panna non creerebbe lo stesso effetto di una figurazione tridimensionale rossastra con garze ecc con un fondo pastoso e in rilievo tutto verde!"


Da Zero a Cento, le nuove età della vita



Vorrei che andaste incontro al sole e al vento
con la pelle, più che con il vestito,
perchè il respiro della vita
è nella luce solare
e la mano della vita è nel vento.
Kahlil Gibran



La mostra si terrà presso la Triennale di Milano, dal 21 febbraio al 1 aprile 2012.
Prodotta dalla Fondazione Marino Golinelli di Bologna in collaborazione con la Triennale di Milano, propone per le scuole di ogni ordine e grado una visita gratuita su prenotazione con due guide per ogni classe.




Nei sei ambienti espositivi, uno per ogni età dell’esistenza umana, le intuizioni di alcuni grandi artisti contemporanei (Evan Baden, Guy Ben-Ner, Martin Creed, Hans Peter Feldmann, Stefania Galegati, Ryan Mc Ginley, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Gabriel Orozco, Adrian Paci, John Pilson, Cindy Sherman, Miwa Yanagi) saranno messe a confronto con le attuali scoperte della scienza. A Milano la mostra sarà arricchita da una performance di Marcello Maloberti.




Insieme alle opere d’arte, alcune delle quali realizzate appositamente per l’esposizione, una serie di exhibit scientifici spiegheranno anche cosa oggi sappiamo di nuovo su ogni età della vita.
Fonte : http://www.triennale.it




domenica 19 febbraio 2012

D:video



Suivront mille ans de calme
Ballet Preljocaj , dal teatro degli Arcimboldi , Milano , in tournèe europea.
Costumi di Igor Chapurin , astro nascente della moda russa e musica techno di Laurent Gernier.
Pièce dai toni biblici con scene dell'artista indiano Sudobh Gupta.

La storia del balletto "seguirà mille anni di pace" si basa sulla Apocalisse di San Giovanni.
" Il balletto utilizza immagini dell'Apocalisse, senza seguire il testo così vicino. L'idea è quella di alzare il sipario per rivelare ciò che è nascosto nelle profondità dell'animo umano." Angelin Preljocaj