lunedì 19 dicembre 2011

Francesco Hayez - Ruth

Francesco Hayez, (10 febbraio 1791 – 21 dicembre 1882)" nato a Venezia ma attivo soprattutto a Milano, dipinge i suoi ritratti e le sue allegorie patriottiche prima dell’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna, dunque in un territorio compreso nell’Impero Austro-Ungarico dove parlare d’Italia era decisamente pericoloso.


Il suo dipinto Ruth (1835) è il prototipo di questo ideale romantico: l’eroina biblica che sceglie per sé un popolo differente da quello che le aveva dato il destino e che quindi le apparteneva per origine, diventa l’emblema, più o meno segreto, dell’aspirazione a riprendersi in mano le redini del proprio futuro e della propria appartenenza, da parte di molti liberali milanesi e veneziani, compreso Alessandro Manzoni di cui Hayez lascia, non a caso, uno splendido ritratto (Villari 2010, 55-63).
Ruth è il simbolo del desiderio di patria contro tutto e tutti e ha i caratteri formali che diventeranno presto tipici dell’allegoria nazionale, desunti dal grande e potente esempio di Delacroix che soltanto pochi anni prima (1830) aveva commosso l’ispirata intellighenzia romantica europea con la sua trascinante Libertà che guida il popolo.


La Libertà di Delacroix è donna, eroica, bellissima, generosa e a seno scoperto; proprio come Ruth, caratterizzata soltanto dal suo atteggiamento più meditativo e paziente, e proprio come Meditazione, dipinta da Hayez nel 1851. Quest’ultima è un pronunciamento più coraggioso di Ruth, anche se, al primo sguardo, sembra semplicemente una Maddalena triste e un po’ discinta in meditazione sulla croce.
A un’analisi più approfondita, però, il vero senso dell’opera si rivela nel titolo, impresso a lettere rosse come il sangue, sulla costa del libro che la figura tiene in grembo: Storia d’Italia, in lettere maiuscole. Non resta alcun dubbio dunque che il soggetto sia un altro, sia l’allegoria dell’Italia stessa che, all’indomani della clamorosa sconfitta delle truppe piemontesi guidate da Carlo Alberto nella Prima Guerra d’Indipendenza e l’ignominioso Armistizio di Milano, medita sul suo destino e piange il martirio dei giovani italiani sacrificati alla sua nobile causa e alla sua nobile storia, simboleggiati dalla croce (Villari 2010a, 100)." Martina Corgnati



Martina Corgnati è critico d'arte italiano, insegna Storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Catania. È autrice di numerose monografie di artisti contemporanei. È presidente del comitato scientifico del Premio Suzzara, consulente responsabile per l’arte contemporanea del Parco Letterario Horcynus Orca (Messina), consulente per le attività espositive dei Musei di Spoleto. Collabora stabilmente a diversi periodici e quotidiani con rubriche e interventi dedicati all’arte moderna e contemporanea. Per la Bruno Mondadori ha pubblicato Dizionario dell’arte del Novecento (Milano 2001) e Artiste (Milano 2004).

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